L’analisi curata da ERVET fornisce una lettura integrata delle dinamiche che hanno caratterizzato il mercato del lavoro regionale nel corso del 2017.
In Emilia-Romagna nel 2017, per il quarto anno consecutivo, si conferma la tendenza all’incremento dell’occupazione regionale. Le dinamiche del mercato del lavoro si sono sviluppate in un contesto di significativa crescita del PIL regionale, che secondo le stime più aggiornate dovrebbe aver chiuso l’anno con una crescita dell’1,7% sul 2016, dato più elevato che a livello nazionale. L’input di lavoro, misurato in termini di Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (ULA), mostra, sempre con riferimento al 2017, una dinamica in linea con quella dell’occupazione stimata da ISTAT nella Rilevazione sulle forze di lavoro, ma più debole di quella del PIL.
In progressivo miglioramento gli indicatori principali del mercato del lavoro: il tasso di occupazione ha raggiunto nel 2017 il 68,6%, superato in ambito nazionale solo dal Trentino-Alto Adige (70,2%); il tasso di disoccupazione è calato fino al 6,5% (-0,4 punti percentuali rispetto al 2016; 1,8 punti percentuali in meno dalla fine del 2014 ad oggi), dato superiore al solo Trentino-Alto Adige (4,4%), Veneto (6,3%) e Lombardia (6,4%). Su tutti gli indicatori la regione fa segnare un posizionamento migliore rispetto alla media dell’UE 28.
A livello settoriale, prosegue la crescita del lavoro dipendente dell’Industria in senso stretto e dei Servizi. In termini di tipologie contrattuali, invece, nell’ambito del lavoro dipendente, la crescita delle posizioni di lavoro in regione è stata trainata dai contratti a tempo determinato, che hanno più che compensato la contrazione del saldo delle posizioni a tempo indeterminato, le quali – grazie alla positiva dinamica del biennio 2015-2016 – conservano comunque un bilancio di medio periodo positivo.
In un’ottica di lungo periodo emerge un’evidenza significativa: se in termini di persone occupate (di “teste”) si è già raggiunto e superato il livello pre-crisi, per quanto riguarda la produzione interna e il volume di lavoro manca ancora un ultimo scalino per eguagliare i livelli del 2007. Il recupero dei livelli occupazionali pre-crisi è tanto più vero se si considera la componente di lavoro dipendente, che rappresenta comunque la quota preponderante del mercato del lavoro regionale.
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