Lavorare sul futuro del proprio territorio: è questo l’obiettivo portato avanti da quattro comuni montani appartenenti all’Unione dei Comuni Valle del Savio – Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Sarsina e Verghereto – insieme alla comunità locale.
Punto di partenza il progetto “Quale futuro per la montagna?”, un processo partecipativo avviato nel 2017, grazie anche ad un finanziamento regionale della legge n.3 del 2010, sviluppato con l’intento di coinvolgere gli attori locali e i cittadini nella costruzione di una vision unitaria del territorio alla luce del nuovo assetto istituzionale dell’Unione dei comuni.
L’idea progettuale nasce dalla consapevolezza diffusa di voler andare oltre la gestione associata di funzioni conferite all’Unione, in un contesto di riordino istituzionale, di territori che soffrono un forte calo demografico ed invecchiamento della popolazione, sperimentando, attraverso l’identificazione dei fattori critici di successo, un nuovo modello di governance locale. Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti socio-economici, con riferimento alla tipologia di aziende presenti sul territorio, ai settori trainanti, a quelli che potrebbero svilupparsi e a quelli in crisi.
“Fin dallo svolgimento dei primi incontri partecipativi è emersa la volontà di passare dall’idea di stare insieme al fare insieme”, sottolinea Claudia Mazzoli (Sportello Unico Attività Produttive – SUAP dell’Unione Valle del Savio) responsabile del processo partecipativo: “L’esigenza di interrogarsi sul futuro di questi territori in un’ottica condivisa fra pubblico e privato al fine di definire priorità di azioni strategiche è stata la leva per avviare un percorso di costruzione di una progettualità che ha richiesto lo sforzo di tutti gli attori coinvolti, amministrazioni comunali, associazioni di categoria, imprese, associazioni di promozione sociale, pro loco e singoli cittadini”.
Da subito il confronto sulla condivisione di possibili nuovi paradigmi di collaborazione tra gli attori del territorio e sull’individuazione di prime linee programmatiche da tradurre in progettualità concrete. Dal processo partecipativo è emersa soprattutto l’esigenza di valorizzare la Valle del Savio in maniera integrata, superando i confini comunali e valorizzando le funzioni economiche e produttive e sostenere il commercio di vicinato mediante la definizione di una strategia di promozione territoriale unitaria.
Sulla base di tali premesse, per dare continuità e attuazione ad una prima linea programmatica di realizzazione di un progetto unitario di valorizzazione della vallata, come modello, sia di identità che di commercializzazione del territorio, quale emerso dal processo partecipativo, il partenariato locale ha dato vita al progetto “Alta Valle del Savio, un’esperienza da vivere: Piano di promozione e marketing territoriale”, ottenendo un finanziamento regionale nell’ambito della legge 41/97.
Con il piano di marketing territoriale si è posto l’obiettivo di migliorare la competitività e l’attrattività del territorio montano, con riferimento ad una molteplicità di aspetti della realtà economica e della vita sociale, nell’intento di valorizzare in modo congiunto tutti i settori dell’economia di vallata, il primario, il secondario, i servizi che vanno a costituire il sistema territoriale. Sono state individuate 4 azioni progettuali, dalla definizione del piano di identità e di un brand di destinazione alla promozione del territorio in chiave turistica ed escursionista facendo leva sulle peculiarità ambientali, storico culturali, termali, enogastronomiche e sui numerosi eventi che si svolgono nel territorio per la realizzazione di un sistema di promozione della vallata in sinergia con la città di Cesena e integrato con i canali di promozione regionale e di Destinazione Turistica Romagna.
“Si tratta soprattutto di un cambiamento culturale”, conclude Claudia Mazzoli: “Il tema del futuro del territorio è molto sentito in vallata e l’attivazione di un confronto diretto quale quello partecipativo prima e del progetto di marketing territoriale poi, hanno stimolato una maggiore coesione territoriale e rafforzato il senso di appartenenza dei cittadini. La possibilità di accedere a finanziamenti regionali è stata una leva molto importante sia per intraprendere questo percorso sia per dare attuazione a progetti concreti altrimenti non finanziabili con le sole risorse a disposizione dei Comuni”.